Diagnostica
I movimenti oculari e la visione con entrambi gli occhi sono l’oggetto dell’Ortottica, alla cui attenzione giungono casi riguardanti soprattutto i bambini, per difetti come l’ambliopia (occhio pigro) e lo strabismo. Ma non è raro che anche gli adulti presentino problemi come la diplopia (visione doppia), alcuni deficit da trauma o altri disturbi della motilità degli occhi.
Presso lo studio del dott. Gaetano Gigante operano due ortottiste, le quali, in stretta relazione con il medico, conducono la visita ortottica in almeno 5 fasi di approfondimento:
1. Esame dell’acuità visiva: con l’ausilio di tabelle di numeri, lettere e simboli
2. Cover test: per il riscontro di un eventuale strabismo, su entrambi gli occhi, separatamente e insieme
3. Esame della motilità oculare: verifica dei movimenti degli occhi su tutte le direzioni di sguardo
4. Esame della stereopsi: verifica della capacità di rilevare le dimensioni delle forme nello spazio
5. Esame generale della visione binoculare: verifica della capacità ottimale di visione con entrambi gli occhi simultaneamente
Le lenti a contatto possono essere indossate non più di 4/5 ore al giorno e se non ci sono particolari sintomi di intolleranza. In certi ambiti lavorativi (spettacolo, moda, rappresentanza), l’uso degli occhiali è considerato una minorazione estetica. In molti altri (corpi armati e carriere militari) un limite funzionale.
Sono tutti casi in cui eliminare gli occhiali mediante la chirurgia refrattiva può risultare una soluzione per la salute e per il benessere psico-fisico generale.
Il dott. Gaetano Gigante esegue interventi di questo genere presso il centro Vista Vision di Bari e tutti gli esami preliminari presso il suo studio di Sava. La necessità di escludere patologie come il cheratocono,degenerazione pellucida, ecc. richiede, infatti, la preventiva esecuzione di alcuni fondamentali esami strumentali e diagnostici.
La topogradia corneale, la pachimetria, l’analisi aberrometrica della cornea (aberrometria) sono gli esami necessari affinche si possa considerare l’eventuale utilizzo della chirurgia refrattiva. I suddetti esami ci permettono di conoscere tutti i dati del singolo occhio del paziente ed inoltre tali valori vengono immessi nel computer del laser ad eccimeri per eseguire il trattamento chirurgico customizzato cioè personalizzato.
La tecnica usata è quella dell’ablazione corneale con il laser ad eccimeri, in grado di correggere miopia, astigmatismo, ipermetropia, presbiopia e difetti misti. Presso GVM – Città di Lecce Hospital e GVM – Ospedale Santa Maria di Bari, inoltre, sarà disponibile tra pochi mesi l’uso di un nuovo dispositivo ad alta tecnologia: il laser intrastromale a femtosecondi.
In alcuni casi, è possibile anche procedere con l’inserimento di una lente intraoculare o sostituendo il cristallino con una lente graduata.
Tutti questi interventi sono indolori e hanno un decorso post-operatorio rapido.
La familiarità genetica è il principale oggetto di studio della ricerca sul cheratocono, malattia degenerativa non infiammatoria della cornea, che consiste in un progressivo assottigliamento della sua parte centrale (stroma), con una conseguente deformazione conica della sfericità corneale. Non se ne conosce la causa, infatti, ma è altamente probabile che all’origine della progressiva riduzione dello spessore corneale ci sia l’alterazione di un gene.
In poche parole, è come se la superficie della cornea si tendesse in avanti ovalizzandosi. A tal punto che, nelle forme acute, si può andare incontro a una rottura di una membrana corneale, detta di Descemet.
Il paziente affetto da cheratocono accusa un astigmatismo irregolare (sbavature, immagini oblunghe e distorte), associata ad affaticamento visivo e, in certi casi, a intolleranza alla luce (fotofobia).
Si contano almeno quattro stadi evolutivi del cheratocono, l’ultimo dei quali richiede di intervenire chirurgicamente.
La più moderna terapia è la CHIRURGIA MOLECOLARE chiamata cross linking serve a formare in maniera microscopica, all’interno della cornea, nuovi legami incrociati di collagene (cross linking), mediante l’ausilio della vitamina B6 RIBOFLAVINA e di una particolare luce laser che utilizza una bassa frequenza che serve a riconsolidare la trama della cornea .
L’ultima ipotesi è quella del trapianto di cornea che può essere lamellare con l’utilizzo del FETMOLASER o a tutto spessore CHERATOPLASTICA.
Inoltre è importante monitorare l’evoluzione del cheratocono controllando lo spessore corneale mediante un esame chiamato PACHIMETRIA oltre alla TOPOGRAFIA CORNEALE, che può darci anche dei riferimenti ( INDICI CHERATOREFRATTIVI) per la prescrizione di lente a contatto (LAC PERSONALIZZATA).
Non dà sintomi, ma può portare alla cecità. Il glaucoma cronico è un danneggiamento lento e irreversibile del nervo ottico, causato dall’aumento patologico della pressione dell’occhio. Il suo effetto principale è il restringimento del campo visivo. Se non individuato per tempo, si manifesta alla percezione del paziente quando la malattia è in fase terminale e non c’è più nulla da fare. Per questa ragione, solo la prevenzione può fermarlo.
Basta una visita oculistica completa e il periodico controllo oftalmologico per diagnosticare un glaucoma iniziale e intervenire con le terapie (mediche, laser o chirurgiche) che lo specialista riterrà più indicate. Questi semplici accorgimenti saranno in grado di cambiare il destino dell’occhio che ne è affetto.
Inoltre, concorre alla corretta prevenzione la giusta considerazione dei fattori di rischio, quali l’avanzare dell’età, con la concomitante insorgenza della presbiopia, e la relazione di parentela diretta con persone a cui è stato diagnosticato un glaucoma.
L’intervento di chirurgia estetica sull’occhio non è un affare che riguarda i soli chirurghi estetici. Si interviene, infatti, su una parte del corpo che richiede quanto meno il consulto dello specialista: l’oculista.
Blefaroplastica, cantopessi e cantoplastica sono gli interventi più diffusi e mirano tutti alla correzione di un difetto o di una caratteristica somatica dell’occhio non gradita dal paziente. Risultato a cui possono concorrere anche le iniezioni di botulino (botox) a fini estetici, praticabili anche dall’oculista.
Rientrano tra le attività del chirurgo oculista, inoltre, le asportazioni di neoformazioni nelle regioni para-palpebrali e palpebrali dell’occhio.
In ogni caso, la visita oculistica può aiutare il paziente a comprendere tutti gli aspetti collegati all’intervento richiesto.
La riduzione della vista fino alla cecità notturna. Poi, la cosiddetta visione a cannocchiale. Infine, in molti casi, la perdita della vista. Sono tutte conseguenze della retinite pigmentosa, una malattia genetica che causa anormalità di coni e bastoncelli (i fotorecettori dell’occhio) o dell’epitelio pigmentoso retinico o della retina stessa.
Si tratta di una malattia diagnosticabile attraverso esami come l’elettroretinografia (ERG) e il test del campo visivo, ma senza con ciò poter sperare in concrete e definitive possibilità di cura.
È però possibile rallentare la progressione della patologia, rimandandone gli effetti più gravi di una decina di anni. Occorre per questo una somministrazione quotidiana di vitamina A e del Coenzima Q10, nella posologia prescritta dall’oculista, al quale il paziente dovrà affidarsi con frequenti controlli.+
Il 70% dei pazienti diabetici, entro 20 anni dall’insorgere della malattia, sviluppa una complicanza che può rivelarsi letale per la vista: la retinopatia diabetica.
In Italia sono circa 2 milioni e mezzo i diabetici che sono affetti da questo problema, che intacca la salute dell’occhio silenziosamente e senza dare sintomi, mostrandosi solo al controllo oculistico o, nella più grave delle ipotesi, nella fase finale di acutizzazione sintomatica.
La retinopatia causa danni alla microcircolazione dei vasi sanguigni che irrorano la retina, il piccolo e sofisticato complesso nervoso che permette la trasmissione dei segnali visivi al cervello.
I vasi locali, infatti, sono così soggetti a indebolimenti (microaneurismi), rigonfiamenti da plasma sanguigno (edemi), sanguinamenti (emorragie) e carenze di ossigeno ai tessuti retinici (ischemie). Tutto ciò prova continue cicatrizzazioni dei vasi danneggiati e la nascita, caotica e deleteria, di nuovi vasi, che aggrediscono il tessuto nervoso “nobile” in forma detta proliferante, causando il distacco di retina e, con processo inarrestabile, la cecità.
La causa di tutto è il glucosio, che nei soggetti diabetici ristagna nel sangue, danneggiando i piccoli vasi (microangiopatia diabetica) di diversi organi, tra cui quelli della retina. Il modo più efficace per affrontare il problema, invece, è prevenirlo.
Uno stile di vita sobrio, la costante valutazione del metabolismo diabetico e periodiche visite da parte dell’oculista possono tenere sotto controllo il rischio e l’insorgenza iniziale della retinopatia.
Esame del fondo oculare (fundus), retinografia, fluoroangiografia e OCT (esame della retina e della macula in scansione computerizzata digitale) sono le indagini che possono essere condotte con l’osservazione diretta o strumentale.
Nei casi di una certa gravità, si rivela necessario l’intervento chirurgico con il laser Argon, che blocca la progressione della malattia, o, nei casi di emmorragia nel vitreo, la vitrectomia, che rimuove il vitreo stesso, sostituendolo con gas o olio di silicone e garantendo, così, una minima funzionalità visiva.
I soggetti che si sottopongono a visita, anche se in fasi avanzate della malattia, possono pertanto sperare di non perdere completamente la vista, pur diventando ipovedenti.
Le maculopatie sono malattie che colpiscono la macula, la zona della retina che presiede la visione centrale, la più importante.
La degenerazione maculare senile (Amd) è la forma più comune di maculopatia (l’allungamento della vita media accresce l’incidenza delle malattie degli anziani), tanto da essere considerata la prima causa di perdita della vista in Occidente (41% dei ciechi). In questo caso, nei pazienti più gravi, la zona centrale della visione è occupata da una macchia nera.
Questo tipo di degenerazione è determinato da una serie di concause, tra le quali la più importante è rappresentata dall’invecchiamento dei tessuti della retina, che genera il deposito di pigmenti giallastri (detti drusen) nella macula stessa.
La prevenzione può fare molto e arrestare, così, l’inevitabile decadimento nell’ipovisione.
Queste le precauzioni da prendere: evitare l’esposizione cronica alla luce, tenere sotto controllo l’apporto dietetico di vitamine e oligoelementi, non fumare, sorvegliare i fattori cardio-vascolari e proteggersi con lenti da sole, prescritte dall’oculista.
Dal punto di vista terapeutico, invece, risultano particolarmente indicate le iniezioni intraoculari (precisamente, intravitreali) di farmaci che rallentano la formazione di nuovi vasi maculari.
La visione di corpi mobili (come mosche che volano e/o lampi di luce) o la comparsa di un’ombra nel campo visivo sono i sintomi di un probabile distacco di retina, su cui occorre intervenire con estrema urgenza, per evitare la cecità permanente.
Si contano tre differenti tipi di distacco ( regmatogeno, tradizionale ed essudativo) e varie cause scatenanti (traumi bulbari, degenerazioni del vitreo, infezioni, degenerazioni del vitreo), così come differenti modalità di intervento chirurgico: laser, AB ESTERNO (CERCHIAGGIO ) O AB INTERNO ( VITRECTOMIA).
Rari e quasi sempre asintomatici, i tumori dell’occhio richiedono l’interessamento di più specialisti per essere affrontati con speranza di successo.
Il più diffuso di essi è il melanoma maligno, simile a un cancro della pelle. Generalmente colpisce la coroide o il corpo ciliare o l’iride, in un occhio solo.
Nella metà dei casi questo tumore viene scoperto durante una visita oculistica di routine.
Molti altri tumori investono l’occhio, in forma di metastasi. Accade, cioè, che alcune cellule malate si staccano dal tumore primario, raggiungendo l’occhio attraverso la circolazione sanguigna o il sistema linfatico. Spesso si tratta di metastasi di tumori della mammella o del polmone.
Se il tumore si insedia dietro il bulbo oculare, può causarne la sporgenza.
L’effetto dei tumori sulla vista dipende dalla loro collocazione nell’occhio e della loro velocità di crescita. In questi casi, l’intervento terapeutico di elezione è la radioterapia. In casi gravi, però, può rivelarsi necessaria l’asportazione dell’occhio.